lunedì 17 marzo 2008
Maus
Forse avrete sentito parlare di Maus di Art Spiegelman. Primo fumetto a vincere il premio Pulitzer, racconta la storia vera del padre dell'autore, ebreo ai tempi del nazismo. La curiosità è i protagonisti sono tutti animali: topi gli ebrei, gatti i tedeschi, maiali i polacchi.
Non ho parole per descrivere quanto mi sia piaciuto. La storia, oltre ad avere un valore documentario pazzesco, è raccontata con una chiarezza e una sintesi impeccabile, considerata la complessità dell'intreccio. Graficamente, beh, basta vedere la bellezza delle tavole per apprezzarle.
Il racconto corre su un doppio binario: da una parte le tragedie e la distruzione dell'Olocausto, dall'altra il difficile rapporto padre-figlio tra Vladek, che rievoca la sua tremenda storia, e Art, l'autore stesso. E' proprio il tono usato dal sopravvissuto la cosa che mi ha colpito di più. Un tono freddo, distaccato, che non lascia trasparire (quasi mai) nessuna emozione nel raccontare le atrocità e le sofferenze vissute. La vicenda ha lasciato delle ferite nell'animo di Vladek: è diventato un uomo scorbutico, egoista, incapace di provare più affetto. E' raccontato anche, en passant, il suicidio della madre dell'autore, anch'essa sopravvissuta alla Shoah: troppo pesante il peso della memoria. Rielaborare una tragedia del genere è impossibile; forse l'unica via per sopravvivere ad esperienze così sconvolgenti è proprio l'anestesia dei sentimenti.
Maus non è solo un fumetto, è un'opera in grado di testimoniare, di angosciare, di divertire, di emozionare, di arricchire. Se non l'avete già fatto, leggetelo assolutamente.
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