Quella "conferenza" di ormai diversi mesi fa è stata una delle lezioni, in senso lato, che mi è rimasta più impressa del primo anno. Provai una sorta di risveglio, come se si fossero ridestati in me dei pensieri che sì, c'erano, ma che se ne stavano addormentati, schiacciati dai problemi quotidiani. Non si sente spesso dire I care, mi sta a cuore, mentre frequentemente assistiamo a atti di I don't care, che m'importa degli altri, io penso a me. A maggior ragione ci colpisce la forza, la vitalità e il coraggio di chi invece si impegna in prima persona, è solidale con gli altri, come prima Don Milani e ora i ragazzi di "M'illumino d'immenso". Non contano solo atti eroici, sono importanti anche gesti semplici per dare agli altri un sorriso, una gioia, felicità.
Quell'esperienza è stato come rimettere a fuoco dei concetti di portata generale, direi indispensabili per il buon medico, ma che nei corsi di medicina non ricorrono praticamente mai. Una meravigliosa iniezione di fiducia, che mi ha fatto ricordare i perché di una scelta che mi stavano sfuggendo via.
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